Le stanze degli amanti

Noto, Sicilia, presso Spazio Santa Chiara 05/08/2023 - 15/09/2023

La mostra di Oreste Monaco “Le stanze degli amanti” si prefigge di esplorare, mediante la lente degli archetipi mitologici, la complessa condizione umana in relazione alla sessualità e al genere. Il ricorso a simboli e immagini archetipiche consente all’Artista di comporre opere volte a riflettere sulle molteplici identità sessuali e di genere che connotano la società contemporanea. Attraverso la scelta calibrata di colori, forme e composizioni, Monaco invita lo spettatore ad una riflessione intima sulla propria esperienza personale, celebrando nel contempo la molteplicità e l’inclusione.

L’artista nella sua fotografia si ispira alla pittura preraffaellita e del ‘600 che spesso si avvaleva del mito per raccontare la contemporaneità spingendo l’essere umano alla ripresa della sua connessione con la natura.

La rappresentazione di figure storiche e miti della cultura classica è un invito a riflettere su come alcuni dibattiti che risguardano la sfera sessuale e la nostra individualità siano un costrutto recente frutto di una repressione che si è fatta sempre più opprimente da parte di una società patriarcale. 

Le colonne d'ercole

Le colonne d’Ercole rappresentano un simbolo mitico-storico dato da due pilastri all’estremo del mondo conosciuto ai greci antichi, lo stretto di Gibilterra. In epoca romana delimitavano Europa e Africa, emblema di potere e conquista di nuovi territori oltre il Mediterraneo. Oggi simboleggiano forza, coraggio, conquista.

La protagonista, che si poggia sul ragazzo come fosse stanca dopo un lungo viaggio, un viaggio in divenire attraverso la conoscenza di sè stessa e del suo coraggio. Il coraggio di chi è disposto a tutto per vivere una vita autentica. Quel coraggio che ti spinge ad andare oltre i confini del mondo conosciuto. Quel coraggio, che in pochi hanno, di guardarsi dentro e dire a sé stessi: “questa sono io”. Adesso è arrivato anche per voi il momento di superare queste colon

Dike ed Eros

Dike

Dike, dea greca della giustizia e dell’equità. Figlia di Zeus e Temi, dea dell’ordine cosmico, e sorella delle altre Moire le dee del destino.

Dike incarna l’idea della giustizia imparziale, fondata sul rispetto delle leggi divine e umane. Colei che si occupa di punire ogni ingiustizia e premiare le azioni giuste, riequilibrando così l’ordine cosmico.

La luce della libertà

Dike innalzata da Eros, viene cinta in vita in una morsa che si protrae verso la luce salvifica, conducendo presto entrambi verso la libertà. 

Una scena in cui si fondono forza e delicatezza; sullo sfondo, in alto, troneggia un altro elogio al femminile: la gloria di una santa circondata da angeli e martiri.

Appare evidente un confronto, Dike nonostante la sua natura è una figura imperfetta, non è una santa. Le è concesso errare e rialzarsi, sostenuta da Eros, che le è devoto. La scena regala un grande esempio di forza e determinazione femminile. La giustizia è donna e, come tale, rappresenta tutte le donne.

Amore  rende omaggio alla giustizia

In questo mito contemporaneo, Dike ed Eros, privi dei loro strumenti, ad eccezione della bilancia, si rifugiano in un luogo sacro nell’attesa di poter riprendere le loro funzioni.
Eros venera Dike riconoscendo in lei il valore assoluto della giustizia imparziale come forza superiore alle passioni e agli istinti che Lui stesso incarna.

Saffo e Arianna

La conchiglia

Saffo visse a Mitilene, nell’isola greca di Lesbo, tra il 630 e il 570 a.C. Poco si sa con certezza della sua vita privata; le informazioni a disposizione provengono soprattutto dai suoi stessi poemi e dalle testimonianze di storici successivi.

Saffo è conosciuta principalmente come poetessa lirica. I suoi poemi, oggi purtroppo perduti quasi interamente, trattavano temi d’amore, passioni e sentimento. La sua scrittura era intimista e toccava tematiche femminili.

Il profumo della poesia

L’artista immagina così quello che potrebbe essere un momento antecedente la stesura di alcuni versi dell’opera di Saffo, di cui possiamo leggerne
un frammento:

“Subito a me il cuore si agita nel petto
solo che appena ti veda, e la voce
non esce, e la lingua si spezza.
Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle,
e gli occhi più non vedono
e rombano le orecchie.”

La libellula

Secondo alcune fonti, Saffo ebbe un marito e diedero alla luce una figlia di nome Cleide. Tuttavia, è appurato grazie ai suoi versi d’amore e le sue opere dedicate ad altre donne, che le relazioni più importanti della sua vita furono omosessuali.

Sul tavolo si trovano indizi di questo amore, della sua natura intellettuale e al tempo stesso carnale; il vino, i libri, i gioielli, la frutta e gli orecchini che le ragazze indossano, tutto nasconde un significato che è compito dello spettatore interpretare. 

Plutone e Proserpina

Plutone e Proserpina

La presente rappresentaizone del mito del Ratto di Proserpina, incarnata da due uomini, intende riconsiderare la storia favorendo una riflessione sulla natura stessa del genere.
Nel corso della storia si è consolidato
il bisogno sociale di attribuire ruoli, mansioni, costumi, obblighi, diritti
e doveri strettamente legati al genere
di appartenenza.
Gli stessi concetti di mascolinità e femminilità odierna derivano da una serie di comportamenti, abitudini,
e scelte che ci costringono in una vita quasi predestinata, fatta di poche opzioni come gabbie invisibili che
ci privano della libertà.

Proserpina elevata a simbolo della femminilità ellenica, martire e vittima di soprusi ad opera di un uomo, acquista ora un nuovo significato: un capovolgimento di ruoli dove l’uomo indulge nella sua parte femminile e il rapimento si trasforma in una fuga d’amore lontano dalle convenzioni sociali.

L’Ade si trasforma in dimora, in rifugio, in nido.

 

Le fatiche di un lungo cammino

Trovare una nuova dimora è arduo e richiede un immenso impegno paragonabile alle fatiche di Ercole.

Plutone trasporta la sfinita Proserpina sulle spalle dopo il lungo viaggio, la fatica cede il posto alla tenerezza, lo sforzo appare svanito resta solo soave premura.

Quando riprenderà i sensi si risveglierà in quel rifugio lontano dalle convenzioni, liberata dalle costrizioni abituali.

Il frutto della giovinezza

Nella tradizione artistica occidentale, la pesca è un simbolo di femminilità, fertilità e giovinezza. La sua morbida rotondità sembra evocare il seno femminile e il succoso frutto simboleggia la dolcezza dei piaceri terreni. La pesca per questa sua natura, è un  attributo ricorrente nelle figure allegoriche di Venere e delle Grazie negli affreschi e nei dipinti rinascimentali italiani e fiamminghi. 

Il simposio sull'amore

L’offerta alla Madre Terra

Riscriviamo la storia. In questa cappella appartenente ad un oratorio riservato solo agli uomini, una sacerdotessa contemporanea appare magicamente con un’offerta per la dea creatrice di tutte le cose: La Madonna, Nut, Gaia, Jod, Brahman. Una dea che viene chiamata con tanti nomi ma che rimane la stessa. Alza le braccia mentre prega la Madre Terra di accettare il suo dono, delle strelitzie giganti, anche chiamate “fiori o uccelli del paradiso”.

 

L’ascesa (duo)

Assistiamo a una rappresentazione del discorso di Diotima a Socrate nel Simposio di Platone, in cui la figura del ragazzo che risale le scale diventa un emblema dell’evoluzione spirituale dell’anima umana, guidata dall’amore verso il Bello.

Partendo dalla bellezza dei corpi e delle cose sensibili, l’anima si eleva progressivamente verso forme più pure di bellezza, come leggi, scienze e virtù. La sua meta ultima è la Bellezza in sé, eterna e divina. Quando l’anima contempla la Bellezza in sé, essa viene riempita di perfetta beatitudine, appagando il suo desiderio d’amore.

Le scale simboleggiano l’ascensione dell’anima dai beni inferiori a quelli superiori, dall’amore dei corpi a quello delle idee.

Due spiriti

Le “persone con due spiriti” erano membri di alcune culture indigene nordamericane che riconoscevano l’esistenza di individui che possedevano sia caratteristiche maschili che femminili o che esibivano comportamenti e atteggiamenti associati a entrambi i generi.

Le persone “due spiriti” delle culture native nordamericane condividono similitudini con le persone di genere non binario dei giorni nostri.

Al contrario di oggi, però, queste persone erano considerate sacre e rispettate all’interno delle loro comunità e spesso assumevano ruoli importanti nelle cerimonie e nelle attività sociali.

Patrocini

Si ringrazia il Comune di Noto ed il CUMO che hanno patrocinato l’evento ed il Giacinto Festival per aver inserito la mostra come evento di apertura della sua edizione 2022

Sponsor

Si ringraziano gli sponsor della mostra: Gioielleria Fecarotta, Moncada, Parosh, le cantine Feudo Maccari e la galleria Hasita.

Crediti

Modelli: Carly Tommasini, Mattia Ranfagni, Stefano Ortisi, Rocio Lopez Busso, Pietro Seggio, Dieke De Gent, Arianna Terreno, Joel Walsham, Fernando Roldan Ferrer, Rachele Maccio, Alessandro Chessa, Edoardo Marrau.

Team: Angela Raneri (assistente), Simone Piacenti (MUA), Carlo Arancio (location manager), Luigi Matteoni (location manager), Marco Coniglione (assistente), David Thomas Schwab (video maker)